MarvelIT presents:
# 21: NUOVA ALBA
di
Thierry “Tsunami” Gerbore
PROLOGO
4 mesi fa
Sede del Dipartimento per le Operazioni di
Mantenimento della Pace, Palazzo di vetro dell’ONU, Bruxelles, Belgio
Marcus Davidson siede
nervosamente davanti all’ufficio del suo capo.
Da mesi lavora a
questo progetto. Lo ha analizzato in ogni suo aspetto, cercando di non lasciare
nulla al caso. In un angolo della propria anima albergano dubbi sulle
possibilità che la sua idea venga accettata.
Può solo sperare
nella lungimiranza del suo superiore e nella validità delle ragioni da lui
esposte. Forse un piccolo colpo di fortuna… se lo merita, in fondo. Ha dedicato
tutta la vita alle Nazioni Unite, ha lavorato sodo, convinto di stare seguendo
la strada giusta.
Mentre è immerso in
questi pensieri si avvicina un’avvenente segretaria.
“Monsieur, il
Segretario Generale Aggiunto la sta aspettando”.
Davidson si alza e la
segue.
“Merci” è l’unica
parola che dice.
La segretaria entra
nell’ufficio precedendo l’uomo.
“Signora, ecco mister
Davidson”.
“Buongiorno signora”
si presenta formale l’uomo.
Martha Kaufmann alza
la testa e fa cenno a Davidson di sedersi.
Ordine che viene eseguito con compostezza, cercando di non tradire
nessun nervosismo. Anche se di fronte ha un personaggio di spicco dell’ONU.
Martha Kaufmann riveste la carica di Segretario Generale Aggiunto per le
Operazioni di Mantenimento della Pace. E’ la prima donna a rivestire questo
ruolo ed il fatto che lo abbia ottenuto prima di aver raggiunto i 55 anni la
dice lunga sulle sue capacità e la sua determinazione. Ha scavalcato molti
uomini di prestigio che sulla carta sembravano molto più meritevoli. In poco
tempo ha però dato un nuovo impulso al dipartimento, rendendolo capace di
svolgere il proprio compito. Giorno dopo giorno lavora per renderlo in grado di
rispondere alle crisi internazionali in modo efficace.
Capace, risoluta,
pragmatica, decisa a trovare soluzioni concrete a problemi concreti, pronta a
prendere decisioni difficili.
“Sarò franca
Davidson: sono rimasta colpita dal suo lavoro. La sua analisi della situazione
dei superumani nei paesi membri dell’ONU e le ipotesi sullo sviluppo degli
scenari sono molto dettagliati. Alcuni nel dipartimento non la penserebbero
allo stesso modo, ma credo che la sua idea possa funzionare. Il primo WorldWatch ha avuto risultati altalenanti e molti lo
bollarono come un mezzo insuccesso. Eppure la necessità di avere un gruppo
superumano non è venuto meno. Per questo il Consiglio di Sicurezza ha dato
mandato al mio Dipartimento di prendere in esame varie proposte per la
realizzazione di un gruppo di metaumani. E devo dire che ho visto molti
progetti validi, ma il suo è l’unico realmente applicabile”
“Grazie Signora”
replica semplicemente l’uomo.
“Bene Davidson, le
annuncio che il Consiglio di Sicurezza si è già riunito ed ha avvallato l’operazione.
Sono certa che non ci saranno problemi. Può iniziare a prepararsi per il
reclutamento sul campo”
“Grazie Signora! Non
se ne pentirà, glielo assicurò”
“Lo spero vivamente!”
Marcus Davidson esce
dall’ufficio. E’ raggiante. Sta andando oltre le sue più rosee aspettative. Ora
dove preparare tutto per raggiungere i membri del nuovo WolrdWatch.
Il Consiglio ha dato il suo assenso e deve immediatamente partire la
preparazione per le prossime fasi.
OGGI
Sainte Anne, Guadalupa, Antille Francesi
“Sophie, porta una
birra al vecchio Jean-Paul” a parlare è una vecchietta dietro ad un logoro
bancone. I capelli crespi ed il colore della pelle la identificano
immediatamente come una creola. Gli occhi vivi ed attenti, la risposta sempre
pronta, le maniere sbrigative e prive di fronzoli, tutti la conoscono con il
soprannome di Maman Acras.
“Si, maman” risponde
una giovane donna. Atletica, un corpo statuario e scattante, occhi verdi
incastonati su di un viso d’angelo, qualche efelide sulle gote, capelli corvini
lisci, labbra invitanti e il tipico naso delle donne nate nell’esagono. Sophie
porta la birra ad un vecchio seduto su di una vetusta panca.
“La vita su
quest’isola è facile… ti viene chiesto solamente di esistere” pensa la giovane
donna.
“Merci, ma pouce” gli risponde con un sorriso il vecchio quando
deposita la birra davanti a lui.
“De rien, pepé” replica
affettuosamente Sophie, usando il diminutivo che viene solitamente usato in
Francia per chiamare il proprio nonno.
“E’ ora di chiusura,
bella bruna” la avverte la vecchia.
Maman Acras non capirà mai come una così bella ragazza possa
desiderare di sparire dal mondo. Sa solo che si è presentata qui dopo
quell’orribile storia di demoni ed incubi.
Era sola, spaventata,
alla ricerca di un posto sicuro in cui rifugiarsi. Non aveva niente con sé, non
una valigia, nessun documento… sembrava apparsa dal nulla. Eppure la vecchia
sapeva che stava in realtà fuggendo da qualcosa. Aveva vissuto abbastanza a
lungo per capire queste cose.
La donna non aveva
potuto far altro che accoglierla e darle il posto di cameriera. In fondo aveva
bisogno di una mano. E quella ragazza era sana e forte, sembrava non stancarsi
mai.
Sophie chiude le
imposte e la porta, controllando istintivamente che sia tutto in ordine.
“Certe abitudini non
passano mai…” pensa con malinconia.
Poi va a prendere una
scopa ed inizia a pulire per terra. L’espressione lontana e assente di chi è
assalito dai propri pensieri e lotta con ricordi troppo vivi.
“Sophie, petite…
perché non esci a fare una passeggiata sulla spiaggia? Forse ti libererai da
tutti questi pensieri…”
“Non ho pensieri
m’man”
“Non mi inganni fillette… sono troppo vecchia per farmela sotto al naso”
replica.
“Ok, ça roule…” risponde mentre passa
la ramazza alla vecchia. Apre la porta sul retro e fa per uscire quando la
raggiunge la voce dell’anziana.
“Sophie… non andrai
mai abbastanza lontano per fuggire da te stessa e da quella che sei” Senza
rispondere la giovane prende la porta e si dirige alla spiaggia.
Sainte Anne, Guadalupa, Antille
Francesi – all’esterno della locanda di Maman Acras
Un uomo siede sul
sedile passeggero di una spartana jeep, intento ad osservare l’immobile.
Accanto a lui, a
terra, un altro uomo. E’ vestito in maniera informale, ma con tale precisione
da identificarlo immediatamente come un membro di un qualche servizio di
sicurezza.
“Signore, la donna è
uscita. Entriamo in azione?”
“No. IO entrerò in
azione. Meglio che agisca da solo. Non è pericolosa, almeno non nel senso che
crede lei”
“Come vuole” risponde
l’agente. Sperando di liberarsi di questo pomposo papavero dell’ONU, che scende
agilmente dalla jeep e s’incammina sulla spiaggia cercando di raggiungere la
donna.
Sainte Anne, Guadalupa, Antille Francesi –
poco dopo sulla spiaggia
Nella testa di Sophie
risuonano le parole dell’anziana: ‘Non andrai mai abbastanza lontano per
fuggire da te stessa e da quella che sei’…
“Già, ma chi sono io?
Cosa sono?” si chiede dando un calcio alla sabbia “Sono Marianne, la
supersoldatessa al servizio del governo Francese? Sono una genocida, visto che
non ho impedito quanto è successo per porre fine all’invasione dei Marziani?
Sono solo un eroe da laboratorio, ‘creata’ a tavolino con una versione europea
del siero del supersoldato? Oppure sono un’eroina vera? Sono forse solo una
vigliacca visto che sono venuta a rifugiarmi su quest’isola cercando di
dimenticare quanto mi è successo?”
La giovane è immersa
completamente in questi pensieri quando finalmente la sua mente recepisce
quanto stanno registrando i suoi sensi portati all’apice della capacità umana.
Si accorge che qualcuno sta correndo nella sua direzione.
“Maschio, pesa
all’incirca sugli 85 chili, allenato… non si da briga di nascondersi e non
cerca di prendermi di sorpresa” pensa la donna mentre si volta, in tempo per
vedere Marcus Davidson farle ampi cenni con la mano destra fino a quando gli
arriva di fronte.
“Mademoiselle
Grenier… Marianne… ho necessità di parlarle…” dice l’uomo in francese.
“A quanto pare
conosce la mia identità… Questo significa che fa parte di un agenzia
governativa, quindi
“Arrestarla? Perché?”
chiede incuriosito l’uomo.
“Dopo la crisi
dell’Inferno2
e lo scioglimento di WorldWatch non sono tornata a
rapporto”
“No, si
tranquillizzi. Sono qui anzi per darle l’opportunità di tornare operativa”
“Alla Francia non
serve una sedicente eroina con dubbi di coscienza e timore di usare una forza
eccessiva” replica sconsolata.
“Forse alla Francia
no… al mondo invece sì”
Sophie osserva l’uomo
con sguardo interrogativo.
“Marianne, mi chiamo
Marcus Davidson e l’ONU mi ha mandata a reclutarla per entrare a far parte
della nuova formazione di WorldWatch”
“Sta scherzando?” è
l’unica risposta che riesce ad articolare Marianne.
Confine orientale della Cecenia – ore 6.00
Un timido sole fa
capolino dietro una collina. La bruma mattutina non si è ancora diradata e la
rugiada copre il brullo terreno. Il piccolo e sperduto villaggio ritorna alla
vita dopo una rigida notte. Appena fuori dallo sparuto gruppo di case, sul lato
nord, si è accampato un piccolo gruppo di soldati dell’esercito russo che
trasporta materiale bellico.
A sud del villaggio,
riparati dietro un piccolo avvallamento si stanno radunando alcuni
guerriglieri, armati di lanciamissili i pochi veicoli blindati. Il loro intento
è chiaro: vogliono impadronirsi del carico.
Al segnale del loro
leader i mezzi dei guerriglieri si muovono rapidamente e giungono a portata di
tiro. Prima che un solo missile possa partire un raggio di energia esplode
davanti ad un pick-up. I guerriglieri alzano lo sguardo ed assistono ad una
scena incredibile.
Una figura imponente
sta scendendo su di loro. Un’armatura lucida, di colore metallico, atterra a
poca distanza da loro mentre i propulsori posti sotto i suoi piedi alzano una
piccola nuvola di polvere. La figura è alta quasi
< Arrendetevi
e ritiratevi. Non farete del male a nessuno oggi, civile o meno. Andatevene o
subirete l’ira di Titanium X >
la voce è alterata elettronicamente, ma chiara e
perentoria.
Poi l’essere alza un
braccio e punta il palmo della mano aperta contro un pick-up. Una scarica di energia
trancia di netto il cofano del mezzo dal resto del veicolo. A questo punto i
guerriglieri iniziano a ritirarsi. Il sibilo di un colpo di mortaio attira però
l’attenzione dei fuggitivi: i soldati russi li hanno visti e li stanno
attaccando. I sensori di Titanium X hanno rilevato il
colpo nell’attimo in cui è stato sparato. E’ subito in volo, fermandosi sopra i
guerriglieri ed attivando il suo campo di forza. Il colpo vi si infrange sopra.
< Nessuno
morirà oggi in mia presenza >
Confine orientale della Cecenia – ore 7.42
Titanium
X è in volo e si allontana dalla scena del suo exploit. I sensori captano un
elicottero in avvicinamento che usa le sigle identificative dell’ONU.
Un secondo dopo un
messaggio viene captato dai suoi sistemi di comunicazione.
<< Questo è un
messaggio per Titanium X su tutte le frequenze. Sono
un delegato ONU e devo contattarla! >>
“Ecco, questo è
dannatamente strano” pensa la figura volante mentre comunica all’elicottero una
frequenza protetta.
<< Sono Marcus
Davidson, sono un funzionario dell’ONU… >> inizia l’uomo.
<< Questo
lo ha già detto. Venga al punto, la prego. Ho molto da fare in questo paese
>>
<< L’ONU, in
accordo con il governo Russo, l’ha scelta per far parte di WorldWatch
>>
Se non fosse per gli
stabilizzatori automatici la sorpresa farebbe perdere il controllo al
possessore dell’armatura di Titanium X
A circa
Nel buio della notte
una macchina sfreccia su di una strada secondaria deserta. La radio passa un
pezzo di Miles Davis che il conducente ascolta distrattamente.
Abbassa il finestrino
per gettare il mozzicone di un sigaretta all’esterno ed insieme al vento giunge
un forte rumore.
Dalla cima degli
alberi fa capolino una luce intensissima, che abbaglia il guidatore e lo
costringe a fermare la macchina. Il fascio di luce si sposta, rivelandosi come
il proiettore di un elicottero che sta manovrando per atterrare.
Prontamente il
conducente balza fuori dalla macchina e vi si ripara dietro. L’elicottero
atterra e il rotore si ferma mentre dal mezzo volante iniziano a scendere degli
uomini.
Il conducente della
macchina esce dal suo riparo.
“Ok luridi bastardi
cacciatori di mutanti. Adesso vi farò rimpiangere la decisione di prendervela
con me!” detto questo porta le mani di fronte a se, puntando verso la macchina.
In un rumore di
lamiera, vetro e materie plastiche che sembrano stridere tra loro accade
l’incredibile. L’autovettura cambia forma ed in pochi attimi assume un aspetto
vagamente antropomorfo, metallica e blasfema caricatura d’uomo. I fari ora sono
occhi minacciosi che puntano verso gli aggressori.
“Si fermi mister
Jeffries, non abbiamo intenzioni ostili!” grida una voce.
Madison Jeffries, il
mutante canadese conosciuto anche come Box è sorpreso. Un uomo in giacca e
cravatta gli si para davanti con le mani alzate. In effetti non sembra ostile,
ma per sicurezza Madison fa muovere la macchina per bloccare la scorta del suo
interlocutore.
“Tu sai come mi
chiamo, però io non so chi sei tu” replica secco il mutante.
“Giusta osservazione.
Sono Marcus Davidson. L’ONU mi ha mandato a reclutarla per far parte di WorldWatch, il team superumano delle Nazioni Unite”
“Oh merda…”
Volo speciale delle Nazioni Unite – Posizione
attuale: in volo sull’Atlantico
Marcus Davidson sta
rileggendo alcuni rapporti quando un’avvenente hostess gli porge un apparecchio
telefonico.
“E’ per lei mister
Davidson. I suoi collaboratori hanno detto che è urgente”
“Grazie” risponde
prendendo l’apparecchio “Qui Davidson… Ah, ciao Jeremy dimmi tutto…”
Il funzionario ONU
rimane alcuni secondi in silenzio.
“COME? Ti spiace
ripetere senza omettere i dettagli?” questa volta passano dei minuti.
“Grazie Jeremy! E’
una notizia strepitosa, è quanto di meglio poteva accadere! Mettiti subito in
moto e cerca di contattarlo, non possiamo perdere tempo! Io sono ancora preso
con il reclutamento, ma voglio parlargli appena possibile!”
Dopo alcuni scambi di
informazioni e i saluti di rito Davidson si abbandona completamente sulla
poltrona.
“E’ un segno… è il
destino! Stiamo facendo la cosa giusta, ora ne ho la certezza!”
Zona dei Docks, Londra, Inghilterra – ore
3.46
Un uomo si stringe in
un giaccone. La notte di Londra, specie in questa zona, è fredda ed umida. La
tipica bruma della città avvolge ogni cosa, creando uno scenario irreale.
Perfino la zona dei Docks assume un’aura quasi magica.
In un’altra occasione
Marcus Davidson potrebbe apprezzare questo paesaggio. Stanotte però è qui per
lavoro, per un appuntamento.
Dalla nebbia arriva
un rumore… Si distingue subito il rombo di una moto e nella nebbia appare un
fanale che si avvicina. Dalla bruma come un’apparizione fa la sua comparsa
Union Jack.
“Devo essere davvero
pazzo per accettare di vedermi così con il primo che si spaccia per funzionario
dell’ONU… eppure le sue credenziali sono autentiche” pensa Joey Chapman, l’uomo
che attualmente veste il glorioso manto di Union Jack.
Lentamente Joey si avvicina
al funzionario, i sensi all’erta per scovare segni di pericolo. Sembra tutto
tranquillo, ma è sempre meglio non fidarsi. La mano corre alla pistola,
liberando il fermo della fondina.
“Meglio essere
prudenti” pensa Chapman mentre la moto si ferma di fronte a Davidson che inizia
a parlare.
“E’ un onore
conoscerla. Lei è una leggenda… un esempio… sono davvero felice di poterla
incontrare”
“Molto gentile.
Perdonerà però la mia cautela. Si è dato da fare per spargere in giro la voce
che voleva incontrare Union Jack. Ora sono qui, ma le conviene essere breve e
conciso. E convincente… non mi piace che si parli troppo di me in giro”
“Molto bene. Sono
Marcus Davidson, rappresento l’ONU. E’ stato scelto per far parte di WorldWatch, il gruppo superumano delle Nazioni Unite”
“Non mi interessa.
Non ho tempo da perdere svolazzando da un angolo all’altro del globo giocando
alla guerra. Chiedete a Capitan Bretagna. Arrivederci” UJ fa per accendere la
moto.
“Aspetti. Non sia
precipitoso. Non le sto chiedendo di diventare una testa di cuoio per l’ONU.
Vogliamo che entri a far parte di un gruppo di intervento per le crisi metaumane. Non si tratta di dare la caccia a Destino o all’Hydra. Qui si parla di un team che impedisca ad ogni pazzo
di radere al suolo città, di una squadra formata da individui le cui capacità
possono proteggere chi non ha super poteri”
“Continui” è l’unica
risposta di UJ.
“Non sarete
mercenari. Non sarete nemmeno i Vendicatori. Sarete la prima linea di difesa
delle Nazioni Unite, non cacciatori, ma protettori. Sarete la risposta alle
offese di chi gioca con le vite delle persone, dei bambini. Difenderete queste
persone da chi vede gli esseri umani solo come statistica o schiavi. Inoltre…
“Inoltre?”
“Beh, l’ONU è pronta
a varare un progetto esclusivo per lo sviluppo dei Docks di Londra. Istruzione,
sanità, infrastrutture… Tutto quanto necessario per rilanciare la zona. E il
progetto sarebbe supervisionato da lei. Capisce? Potrà difendere la sua gente
dalle minacce superumane ed aiutarli anche nel lungo termine. Che ne dice?”
“Bene. Facciamo così:
mi unisco al gruppo, ma alle mie condizioni”
“Sarebbero?”
“Primo: posso
abbandonarlo in qualsiasi momento quando reputerò la linea di azione contraria
ai miei valori” la mente di Joey corre alla fine dell’invasione marziana e
all’uso della bomba al Betatrone.
“Questa opzione è
ovviamente accettata. E’ un suo diritto”
“Secondo: se entro 6
mesi il progetto per i Docks non vede il via me ne andrò e vi farò pentire di
avermi mentito”. UJ pensa al bene che potrebbe fare un serio progetto di
riqualificazione dei Docks.
“Lo trovo
accettabile. Da lei non mi sarei aspettato di meno, in effetti. Allora, accetta
di far parte di WW? Lo stesso Premier Blair l’ha indicata per rappresentare
“Bene mister Davidson,
dove devo firmare?”
Tibet
Il sole è alto e
splendente, regalando un clima più mite del solito.
Isolato, tranquillo,
un uomo poggia delicatamente i palmi sul terreno. Rimane in silenzio, come
intento ad ascoltare una voce lontana. Poi si alza e si dirige verso due suoi
collaboratori.
“La zona è sicura a
livello sismico, c’era un piccolo scompenso ma l’ho riportato nella norma” dice
l’uomo. Si muove con sicurezza, nonostante non sia imponente fisicamente emana
una forza ed una determinazione invidiabili.
“Dottor Fan!” la voce
impostata e sonora appartiene ad un ufficiale.
Chang Fan, conosciuto
anche come Sisma, si incammina per andargli incontro.
“Buongiorno
colonnello Xian. Era da molto che non visitava il nostro accampamento. Tenterà
ancora una volta di convincermi ad usare i miei poteri per abbattere la
resistenza in Tibet oppure ha deciso di demordere?”
“Le sue parole non mi
toccano. Per quanto mi riguarda non capisco perché non venga costretto a
servire
“Forse perché un
intervento superumano di questo tipo verrebbe considerato ostile e il Governo
Cinese non può permettersi un incidente internazionale del genere” risponde una
voce occidentale.
Il Colonnello Xian si
volta adirato, ma quando vede un uomo indossare sul braccio destro la fascia
che lo identifica come funzionario dell’ONU tace e serrando la mascella si fa
da parte.
“Dottor Chang Fan, sono Marcus Davidson. Sono onorato di
conoscerla. E lieto di vederla in piena salute” dice rivolgendosi in inglese a
Fan.
“Grazie. Dopo
l’incidente che mi ha dato i miei poteri la mia mente era sconvolta. Ora il mio
organismo controlla l’energia che mi ha trasformato ed il mio intelletto è
nuovamente integro”
“Ottimo. Anche perché
renderà il mio compito molto più semplice ed interessante. Dottore, lei ha
avuto contatti con WorldWatch…”
“Certo, furono loro a
recuperarmi”
“Da allora so che ha
imparato a controllare ottimamente i suoi poteri. Si è anche reso protagonista
di alcune azioni meritevoli di attenzione”
“Niente di eclatante.
Ho fatto ciò che era in mio potere”
“Dottore, sono qui
per informarla che è stato scelto per far parte del nuovo WorldWatch!”
“Io? Sta scherzando?”
“No. Sarò franco: il
suo governo la tollera al momento. Ma non vede di buon occhio la sua riluttanza
a non usare i suoi poteri per
Chang Fan rimane in
silenzio per alcuni secondi. Il suo potere gli permette di fare cose
incredibili, ben più che fare rilievi delle zone sismicamente attive.
“Bene mister
Davidson. Se il mio governo ha accettato posso farlo anche io”
Volo speciale delle Nazioni Unite – posizione
attuale: spazio aereo turco
Il funzionario ONU
Davidson sta attendendo che lo mettano in comunicazione con la persona da lui
richiesta. Finalmente il collegamento è stabilito e Marcus attiva il vivavoce.
“Buongiorno mister…”
ma Davidson non ha il tempo di finire la frase.
“Ancora lei?!?! Mi
vuole lasciare in pace?” risponde un misterioso interlocutore.
“Mi spiace, ma sono
costretto a marcarla stretta. Il tempo stringe e la sua decisione deve essere
immediata”
“Non aveva detto che
aveva altri candidati? Vada a stremare loro…”
“Potrei, ma nessuno
ha le sue peculiarità. So che non sta passando un momento facile, ma neppure il
nostro mondo. Ho bisogno che lei…”
“Entri nel team, lo
so. Non ho voglia di entrare ancora una volta a far parte dell’ennesimo super
party”
“Signore, credo che
finora lei mi abbia frainteso. Non le sto proponendo di entrare a far parte di WorldWatch”
“Ah no? E io che mi
credevo… allora perché mi tortura ogni giorno con queste chiamate?”
“Perché voglio che
lei sia il leader di WW. Le sto chiedendo di guidare il gruppo”
“Questo mette le cose
sotto un’altra prospettiva. Domani le farò sapere”
La comunicazione si
chiude. Sul volto di Davidson si stampa un sorriso.
Teheran, Iran
Davanti alle massime
cariche religiose e politiche iraniane vi è un uomo.
La parte superiore
del suo volto è celato da una maschera. Gli occhi sono riparati da una specie
di fitta rete nera, che permette al suo portatore di vedere chiaramente il
mondo senza che il mondo possa vedere
lui.
La parte inferiore
della maschera lascia scoperte le narici, la bocca ed il mento, chiudendosi
sotto quest’ultimo. Anche la capigliatura è nascosta dalla maschera e sul retro
sono visibili i segni delle chiusure.
L’uomo è interamente
vestito di nero. Porta quello che può sembrare una specie di tunica, che arriva
appena sotto le ginocchia. Sotto si vedono dei pantaloni larghi dello stesso
colore che sembrano infilarsi in stivali, sempre neri. Le maniche, anch’esse
larghe, sono leggermente arrotolate fino a metà dell’avambraccio. Il resto del
braccio e le mani sono inguainate in un tessuto nero molto aderente. Sopra a
questo l’uomo indossa una cappa nera, inquietante, senza cappuccio, ma con un
ampio bavero. La mantella è fermata con due fermagli a forma di mezza luna.
L’essere appare totalmente nero, facendo apparire la mezzaluna musulmana sul
suo petto ancora più splendente. Sembra quasi viva, illuminata in modo mistico.
“Kaveh
Yazid, lei è conosciuto anche con il nome di Eblis.
E’ vero?” a parlare è la massima autorità politica dell'Iran. “Sì, fratello,
corrisponde a verità”
“E’ altresì vero che
affermi che i tuoi poteri sono di origine mistica?”
“Sì, lo sono”
“E affermi che sono
opera del vero dio e non del demonio?”
“Sì. Questi poteri mi
sono stati dati da SRAOSCIA, dio della verità che controlla il ponte Cinvat,
per volontà del vero Dio”
“Come puoi dire che è
stato un altro dio a donarti i poteri e poi dirti servitore di Allah?”
“Il vero Dio ha
concesso che Sraoscia mi donasse questi poteri. Se
fossero doni del demonio Allah non mi avrebbe permesso di incontrare questa
divinità”
“Blasfemia!!” urla
uno dei religiosi.
“Non ho mai fatto
nulla per allontanarmi dal cammino che conduce al vero Dio. Sono convinto che
lui abbia compreso il gesto di Sraoscia e che nella
sua infinità bontà mi abbia permesso di usare questi doni per aiutare i miei
fratelli”
Seguono attimi di
silenzio.
“E sia, hai il
permesso di prendere parte a questa follia che porta il nome di WorldWatch. Però sei avvertito: se perderai la fede nel
vero Dio e ti comporterai in maniera scorretta sarai un nemico della fede e
dell’Iran”
“Non potrà mai
accadere” così dicendo Eblis esce dalla stanza con un
profondo inchino. Oltre la porta lo aspetta Marcus Davidson. Il sorriso di
Yazid è eloquente.
“Benvenuto a bordo”
ed il funzionario ONU gli tende la mano che viene prontamente stretta dall’uomo
vestito di nero.
Aeroporto Internazionale di Bruxelles, Belgio
E’ una tersa alba e
su di una pista isolata dedicata a voli speciali e militari un avveniristico
aviogetto attende paziente. Ai piedi della rampa di carico vi sono Union Jack, Eblis, Sisma, Marianne e Davidson.
“E’ un piacere
rivederla Dottor Fan” dice Marianne al cinese.
“Piacere mio. E’
bello vedere un volto conosciuto quando si inizia un’avventura”
“Concordo” afferma
Union Jack stringendo la mano alla francese. Improvvisamente dal cielo giungono
due figure. La prima è Titanium X, che si posa a
pochi passi da loro. La seconda è un robot antropomorfo altro
< Piacere,
io sono Box > afferma
alzando una mano. Un leggero crepitio di energia e dal petto del robot esce
letteralmente un uomo “Potete anche chiamarmi Madison Jeffries”
“Se avete finito le
presentazioni direi che possiamo andare. Titanium X e
Box, voi potete seguirci in volo, noi prenderemo il jet”
< Dove
siamo diretti? > chiede Titanium X.
“Alla vostra nuova
base,
Il mezzo si alza
rapidamente in volo, seguito dai due restanti Watchers.
Base di WorldWatch,
Mar Baltico, al largo della Danimarca
Il sole non è ancora
alto sulle acque del Mar Baltico quando il jet raggiunge
Una piattaforma
petrolifera di recente costruzione, acquistata dall’ONU dopo il fallimento
dell’azienda proprietaria e riattata ad uso e consumo del supergruppo. Dotata
delle migliori tecnologie, in modo da operare allo stesso livello dei team più
blasonati.
Il velivolo si muove
verso una piazzola di atterraggio molto ampia vista la mancanza di
sovrastrutture superflue.
Il jet atterra in
volo verticale, posandosi delicatamente e rapidamente affiancato da Box e Titanium X.
Davidson e gli altri
membri del gruppo scendono rapidamente. Il funzionario inizia a descrivere
sommariamente la base quando viene interrotto dall’arrivo di un uomo.
I capelli biondi
vengono lasciati liberi dal resto del costume che protegge il capo dell’uomo,
corpo atletico, passo sicuro, il volto di chi molto ha visto e sopportato nella
vita. Il costume è interamente nero, escluso un disco luminoso al centro del
petto, con altri piccoli cerchi illuminati intorno. Indossa un giubbotto
dell’inconfondibile azzurro che contraddistingue l’ONU con il simbolo delle
Nazioni Unite stampato sulla schiena, le maniche arrotolate fino ai gomiti. Il
costume ricopre anche le braccia e le mani. Alla vita una cintura sempre
azzurro ONU, con una visibile X al centro. Indossa stivali da combattimento e
ginocchiere azzurre. Il costume nero come la pece è attraversato da lampi di
energia che sembrano correre su circuiti stampati, ricordando i protagonisti di
Tron.
“Ah, signori.
Lasciate che vi presenti l’ultimo membro di WorldWatch
ed il team leader: Alex Summers, HAVOK”
FINE PRIMA PUNTATA
Note
dell’Autore:
Innanzitutto
grazie per essere arrivati in fondo a questa lunga prima puntata della nuovo
corso di WorldWatch. Andiamo velocemente ad alcune
note.
1) L’episodio è lungo, ma datemi delle
attenuanti ^_- Avevo molti personaggi nuovi oppure fuori dal giro da un po’ da
presentare. Molti saranno i protagonisti di questa serie e ad ognuno voglio
dare la giusta visibilità.
Inoltre WW chiedeva un minimo di rincorsa vista
la ripartenza ed il numero di pg coinvolti.
2) Il personaggio di Eblis
è una scommessa. Spero vinta. Ho ritenuto inevitabile che in un team della
natura di WW dovesse essere presente un membro che potesse dare uno sguardo da
quella parte di una civiltà che in questi anni si è incontrata/scontrata con
quella occidentale.
Ispirato (almeno “visivamente”) al Confessore,
uno dei protagonisti di “Astro City” di Kurt Busiek.
Una “piccola” citazione, un omaggio.
3) Madison Jeffries aka
Box è ben conosciuto dagli amanti di Alpha Flight. Mutante, con la capacità di
plasmare metallo, plastica e vetro nelle forme che più gli piacciono. Può
entrare “in fase” con il robot/armatura Box e diventare un tutt’uno con essa.
Ho sempre amato questo personaggio e lo trovo un elemento fenomenale per un
gruppo, anche visto le potenzialità dei suoi poteri.
4) Marianne torna in azione dopo lo
scioglimento del primo WW. Un altro personaggio che avrà molto da dire, specie
più avanti. Le peripezie dei grandi cross-over MIT si faranno sentire in lei.
Anche Sisma torna direttamente dalla prima serie di WW.
5) Titanium X è un
personaggio di mia invenzione. Se pure ispirato a Titanium
Man, vecchio nemico di Iron Man, se ne distanzia in
molti punti. Specie quando vedrete chi è ^_-
6) Il Dipartimento per le Operazione di
Mantenimento della Pace esiste realmente, così come gli altri organi ONU
citati. L’unica libertà che mi sono preso è di mettere a capo del Dipartimento
una donna.
7) Ebbene sì, Havok
torna tra noi. Il mutante rientra nel mondo MIT in gran forma, ve lo
garantisco. Come fa ad essere vivo, dato che era stato eliminato nella serie
GIXM? Lo saprete nelle prossime puntate ^_-
Infine un grazie sentito a rossointoccabile
e Carlo Monni, che mi hanno sopportato e supportato
nella messa in opera di questa serie.